Cronache di piccoli miracoli by Darcie Chan

Cronache di piccoli miracoli by Darcie Chan

autore:Darcie Chan [Chan, Darcie]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-06-04T16:00:00+00:00


15

«Papà, ma quella signora che era la padrona di Sham era una strega?»

Era martedì pomeriggio, e Kyle, seduto sul divano in salotto, stava piegando il bucato. Intorno a lui, gran parte degli indumenti era già ordinatamente impilata; mancavano soltanto i calzini. Rowen stava giocando con Sham sul pavimento: lo stuzzicava con una cordicella e l’animale, prima di ogni salto, pareva sgranare i tondi occhi blu.

«Certo che no. Lo sai che le streghe non esistono. Chi ti ha messo in testa questa storia?»

«Jean e Stacy. Mi hanno detto che la signora che viveva nella grande casa bianca era una vecchia strega e non si faceva vedere da nessuno. E poi mi hanno pure detto che aveva un occhio cattivo e che ci guardava tutto il giorno dalla finestra della sua camera. E che quindi Sham è il gatto di una strega.»

«Jean e Stacy hanno mai visto Mrs McAllister? È così che si chiamava, sai? Mary McAllister.»

«Mi sa di no.»

«Be’, io l’ho vista, e ti dico che era una semplice vecchietta. E la storia dell”occhio cattivo’ è una stupidaggine. Era cieca da un occhio, è vero, ma Fitz mi ha raccontato che lo aveva perso tanti anni fa in un incidente.» Guardò il gatto, che si stava lanciando ad afferrare la cordicella. «In più, Sham mi sembra un gatto normalissimo. Non ti pare?»

«Già. Ma perché Mrs McAllister non usciva mai di casa?»

«Be’, questo non lo so. È stata a lungo malata. Ma potrebbero esserci altri motivi. Certe persone non escono di casa perché hanno paura che possa capitargli qualcosa di brutto. È una specie di malattia della mente. Immagino che Mrs McAllister fosse una di queste persone.»

«Oh.»

«Allora, cosa risponderai a Jean e Stacy la prossima volta che se ne usciranno con questa storia della strega?»

«Che Mrs McAllister era una vecchietta malata e che le streghe non esistono.»

«Brava.» Kyle le arruffò i capelli. «Adesso aiutami a mettere via il bucato. Tu pensa alle tue cose, io prendo i pantaloni e le camicie.» Mentre divideva il bucato, prese un paio di calze e scosse la testa. «Caspita, Rowen, i tuoi piedi crescono a vista d’occhio. Non ho mai visto una bambina di nove anni con un piede simile. Mi sa che fra un po’ dovrò ordinarti calzini speciali. Sempre che ne facciano di così grossi.»

«Piantala, papà! Quelli sono tuoi!» ridacchiò Rowen. Gli strappò le calze di mano e gliele tirò addosso.

Mentre la piccola andava in camera sua, Kyle s’incantò a osservarla, col cuore gonfio di gioia. Ma si riscosse subito. Mancava un quarto alle sei e lui non voleva far tardi all’appuntamento con Claudia. «Sto per uscire», urlò alla figlia mentre infilava le mutande in un cassetto. «Ruth dovrebbe arrivare fra poco, ma passerò a rimboccarti le coperte prima di andare al lavoro. Mi raccomando, fa’ i compiti. Okay?»

«Okay», rispose Rowen, che nel frattempo aveva ripreso a giocare con Sham. «Lo sai che è buffo sapere che hai un appuntamento con Miss Simon? Parlerete di me?»

«Forse. In caso, diremo solo cose carine.»

«Promesso?»

«Promesso.»

Qualcuno bussò alla



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